CITAZIONE (= Zio = @ 10/5/2013, 18:33)
Dunque, miei impressioni sulle tappe (compresa quella di oggi):
1° tappa
Tappa per velocisti. Tentativo generoso di Wurf, ma da solo non aveva speranze di poter creare difficoltà al gruppo. Viene ripreso a circa 20 km dal traguardo, anche il gruppo ha gestito le forze per riprendere il ragazzo della Liquigas con tutta tranquillità. Vittoria fenomenale di Cavendish in una volata ridotta ad una decina di corridori, a causa di una caduta che ha spezzato il gruppo. Mark ha recuperato un buco di 10-15 metri a causa di un probabile problema di salto di catena di Steegmans, compagno di squadra, rimontando prepotentemente Elia Viviani, battendolo. Terzo il campione francese, Bouhanni. Mark, al momento dello scatto decisivo, era in sesta posizione, addirittura fuori dall'inquadratura. Questo per dare una misura della grandezza della sua prova. Diverse cadute in mezzo al gruppo, tra cui quella di Urtasun che sembrava aver subito un infortunio grave, una botta all'anca. Invece è riuscito a rialzarsi dopo alcuni secondi di difficoltà. Discorso simile per Pietropolli, coinvolto nella medesima situazione, anche se lui ha rallentato per problemi alla bici.. Tra gli uomini di classifica, foratura per Majika, uomo di classsifica della Saxo Bank. Viene aiutato da Boaro a rientrare in gruppo, senza problemi. Foratura per Samuel Sanchez, ma anche per lui nessun dispendio extra di energie per tornare in gruppo.
2° tappa
Cronometro a squadre piuttosto corta (ricordo che il tempo viene preso sul quinto corridore della squadra che giunge sul traguardo, non sul primo. Conseguentemente si possono perdere anche quattro corridori lungo il percorso, non di più) con un totale di venti minuti circa di corsa. C'erano anche 4 salite lungo il percorso, con una discesa tecnica. Percorso selettivo, non a caso le prime squadre classificate sono arrivate con 5 uomini giusti, sfruttando i passisti nella prima parte per poi sfruttare i passisti-scalatori nella seconda parte. Bene la Fantini (la squadra di Santambrogio), che perde sui venti secondi dalla Sky di Wiggins, contro i 30-40 della vigilia. Brava la Movistar, a soli novi secondi dalla Sky, vincitrice di tappa, davanti alla Movistar ed all'Astana. L'Astana di Nibali prende 14 secondi, difendendosi, soprattutto nella prima parte. Prova positiva. La Lampre di Scarponi becca sui venti secondi. Male l'Androni e l'Orica, quest'ultima tra le favorite per la vittoria di tappa. Disastro per l'Euskaltel di Samuel Sanchez che si becca un minuto, ritrovandosi con un uomo in meno nel finale, perdendo una quaresima, nonostante i 13 secondi di gap al primo intertempo. Stesso discorso per la Garmin di Hesjedal, al via tra le favorite per la vittoria di tappa, ma che ha chiuso con un deludente 7° posto, a 25 secondi da Wiggins. In difficoltà anche la Bmc di Evans, a 37 secondi da Wiggins. Puccio (Sky) nuova maglia rosa.
3° tappa
Tappa molto bella che ci restituisce un giro d'Italia che entra immediatamente nel vivo, senza aspettare domani. Sulla carta doveva essere un tracciato possibile per i velocisti, nel senso che avrebbero dovuto stringere i denti sulle due salite di S.Mauro Cilento (7,8 km con punte sul 16%) e Sella di Catona (pendenza media del 7%) per poi recuperare in discesa. O comunque, poteva andare in porto una piccola fuga, come quella che ha visto protagonista il buon Taborre, scattato al chilometro zero insieme ad altri 5 corridori, per poi dare vita ad un'azione personale interessante a 50 km circa dal traguardo. Il ragazzo guadagna circa un minuto sui vecchi compagni di fuga, ma il gruppo non gli lascia le briciole: sulla salita di Sella di Catona arriva lo squillo di Hesjdal, che scatta. Nibali, tuttavia, è attento ed annulla l'azione grazie al fido Agnoli. Nessun big si stacca, ma il ritmo forsennato tenuto prima e durante la salita porta il gruppo principali a ridursi ad una trentina di elementi, tagliando fuori da qualsiasi discorso di vittoria di tappa i velocisti, nonché la maglia rosa Puccio, in difficoltà e attardato pesantemente all'arrivo. Hesjedal ci prova nuovamente in discesa, ma nessuno degli altri big si lascia sorprendere, compreso un Wiggins rimasto senza compagni di squadra in salita. Nel finale, bella azione personale di Paolini, che scatta ai -6 e va a vincere con vantaggio sugli altri (circa 15 secondi). Chiudono il podio di tappa Evans e Hesjedal, che conquistatno rispettivamente i 12 e gli 8 secondi di bonus previsti. Tra i big esce male Scarponi, caduto nelle fasi terminali della discesa e costretto ad aspettare il primo compagno di squadra che avrebbe incrociato (in questo caso Stortoni) visto l'assenza dell'ammiraglia. Per lui 40 secondi persi dagli altri big. Brivido anche per Gesink, che però è riuscito subito a ripartire.
4° tappa
Altra tappa insidiosa, soprattutto per l'arrivo in salita di Croce Ferrata posizionato ad una decina di km dal traguardo. Big ben attenti a controllare la corsa, lasciando pochissimo spazio alle azioni personali. Particolarmente attivo Gretsch, che ha provato ad attaccare in un paio d'occasioni, senza successo. Velocisti ovviamente tagliati fuori, mentre l'azione più interessante porta la firma di Di Luca, scattato ai -9 in compagnia di Chalapud Gomez, il quale ha mirato esclusivamente ai punti per il GPM di seconda categoria, senza tirare granchè. Di Luca ha insistito nella sua azione, venendo ripreso solo negli ultimi 600 metri. La volata a ranghi ridotti è stata ad appannaggio di Enrico Battaglin, con Paolini che rimane maglia rosa. Nessuno dei big ha preso degli abbuoni a differenza di ieri. Nibali ha dovuto rimontare il gruppo prima dell'ultima salita a causa di un problema meccanico. Agnoli, che gli ha lasciato la sua bici in attesa dell'ammiraglia, non ha avuto altrettanta buona forte e non ha potuto aiutare in salita, anche se comunque non ce n'è stato bisogno.
5° tappa
Ancora una volta giornata non tranquillissima per i big, più che altro in virtù del ritmo altissimo imposto dalla Movistar sulla salita di Montescaglioso, in modo tale da mettere in grave difficoltà i velocisti, Cavendish in testa, per poter permettere al loro, Ventoso (uno di quelli che digerisce meglio le salite) di poter dire la sua in una volata a ranghi ridotti. La strategia funziona perfettamente, nonostante le resistenze di Cavendish, aiutato anche da 2-3 compagni di squadra, ma visibilmente in difficoltà, tanto da zigzagare nel tratto più duro. Tuttavia, il gruppo continua a procedere con un'andatura elevata, considerando i problemi tecnici di Uran, costretto a ritornare da solo in gruppo pur con qualche difficoltà. Molti velocisti sono tagliati fuori, i tentativi di anticipare la volata non trovano spazio e nel finale si notano la Bmc (per Evans) la Movistar e la squadra di Elia Viviani tra le compagini più attive. Tuttavia, una caduta a 1500 metri dall'arrivo scombina ogni piano, frazionando il gruppo, con Marco Carola (che doveva lanciare la volata a Viviani) in testa, seguito da Degenkolb, uno dei favoriti per la tappa odierna, vista la sua propensione a volate in leggera salita. Il tedesco divora il gap dall'italiano e vince la tappa, mentre la maglia rosa rimane sulle spalle di Paolini, anche lui pronto per un eventuale tentativo di volata, prima della caduta.
6° tappa
Tappa che si conferma per velocisti, nessuno sconto ai volenterosi che hanno tentato la fuga da lontano (Wurf e Bobridge, ripresi già ai -35 km). Alla fine la spunta Cavendish, che regola un Viviani che ha perso le ruote del suo ultimo uomo nel finale ed ha dovuto arrangiarsi con un treno di un altra squadra, Goss e Bouhanni. Doveroso omaggio da parte di tutti i corridori verso il povero Weylandt, a due anni esatti dalla sua morte. Big che neppure oggi sono riusciti ad avere un percorso tranquillo: ai -33 km maxi caduta di gruppo, con tanti corridori costretti a fermarsi per passare. Il gruppo si spacca in due, con Wiggins (che si era fermato per un guasto tecnico proprio poco prima della caduta) e il suo team bloccati nel secondo plotone, distante 50 secondi dal primo. Tuttavia il tutto si risolve senza particolari problemi, visto che i corridori del secondo gruppo vengono attesi con tranquillità. Dopo 10 km si era già tornati ad una situazione di normalità.
7° tappa
Percorso insidioso, basato soprattutto su continui sali-scendi, che ha reso la vita difficile per tutti, compresi gli uomini di classifica, complice la pioggia a rendere ancora più complesse le discese tecniche che si sono affrontate quest'oggi. Vince un corridore della fuga iniziale, Hansen, bravo a lasciar per strada gli altri 5 compagni ed a resistere al ritorno del gruppo, scosso dai cambiamenti delle forze in gioco. L'australiano trionfa con un minuto di vantaggio sul gruppo principale, dopo averne viste di tutti i colori. In primis, la crisi di Wiggins, che perde 1 minuto e 30 secondi circa dai suoi diretti avversari. Bradley ha faticato in salita, staccandosi leggermente prima di riuscire a rientrare nel gruppo. Ma soprattutto ha pagato la discesa: strada scivolosa, soprattutto a livello di asfalto. Poi la caduta a provocargli un blocco psicologico importante. Da solo, quasi incapace di pedalare (forse anche a causa di qualche problema fisico, ne sapremo di più prossimamente) è riuscito a trovare i due colombiani compagni di squadra (tra cui Uran) per mettere una pezza, per quanto possibile. Domani dovrà fare gli straordinari nella cronometro. Tutti gli altri big sono arrivati insieme, con Nibali attivo in discesa, autore di un attacco importante, vanificato da una caduta che comunque non gli ha lasciato addosso nessuna conseguenza. In difficoltà anche Paolini, staccato nell'ultima salita di giornata quella di San Silvestro. Per lui finisce qui il sogno (anche se comunque avrebbe perso certamente la maglia domani) dato che la nuova Maglia Rosa è Intxausti, arrivato con i migliori e con 5 secondi di vantaggio su Nibali. Particolarmente attiva la Vini Fantini, con il corridore di casa, Di Luca e Santambrogio, anche lui classificato sul traguardo.