Ciclismo - Anno 2013

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- Zio -
view post Posted on 16/5/2013, 23:24     +1   -1




12° tappa

Tappa perfetta per i velocisti, con appena due salitelle di 4° categoria, tra l'altro poste lontane dal traguardo. Tuttavia la presenza della pioggia ha regalato lo stesso una corsa emozionante. IN primis per la bella azione dei fuggitivi di giornata, Lammertink, Marcato, Belkov Felline e De Backer, capaci di procedere con cambi regolari fino in fondo, venendo ripresi soltanto a 700 metri dalla conclusione, dietro un forcing prolungato dell'Omega Pharma, fin dalla fine della discesa del Montello. Peccato, anche perchè ad inizio tappa erano caduti (sì, 4 su 5) su una curva in leggera discesa, perdendo probabilmente quei 10 secondi che gli avrebbero permesso di giocarsi la vittoria di giornata. Senza storia la volata, con Cavendish perfettamente assistito a dettare la legge sul più forte, al terzo successo in questo giro. Le briciole per gli altri: secondo Bouhanni, terzo Mezgec. Per quanto riguarda i favoriti, esce di classifica Wiggins, ancora staccato in discesa, sul Montello e crollato successivamente in pianura, nonostante l'aiuto di tutta la squadra, Uran a parte. Addirittura, in un tratto, ha faticato a stare con il gruppo degli inseguitori. Per lui più di tre minuti di ritardo e non è escluso un suo ritiro dalla competizione Rosa, magari per risparmiarsi per provare a fare qualcosa al Tour, anche se dubito possa soltanto fare il solletico a Froome, anche al netto della preparazione. Comunque, non a caso il team Sky ha piazzato un Twitter su un presunto malanno di Wiggo, vedremo nei prossimi giorni. A questo punto Uran è il capitano della squadra.
 
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- Zio -
view post Posted on 2/6/2013, 16:22     +1   -1




13° tappa

Non parte Hesjedal in virtù dei problemi fisici patiti nelle tappe precedenti, che lo hanno portato fuori classifica. Non c'è neanche Wiggins, dopo la caporetto di ieri, che lo ha portato definitivamente fuori dai giochi per la maglia rosa. Per lui un'infezione polmonare dovuta all'aggravarsi di un raffreddore che lo tormentava da giorni. La tappa più lunga del Giro, ben 254 km, nonostante un destino quasi scritto già in partenza, ha visto azioni interessanti. Sicuramente il lavoro del giorno porta la firma di Boem (neoprofessionista, il più attivo del terzetto, ha attaccato in salita ed a lavorato di più in pianura rispetto agli altri) Bak e Lastras, capaci di staccare gli altri 4 compagni di fuga (Hondo, Ludvigsson, Ermeti e Andriato) nell'unica salita di giornata, la Tre Cuni e di rimanere in fuga per diversi chilometri. Sullo strappetto di Barolo, Boem ha mollato mentre gli altri due sono stati agganciati da altri 7 corridori, tra cui Gatto e Rabottini, oltre a Giampaolo Caruso, che ha tentato il tutto per tutto ai -5 km, venendo ripreso negli ultimi millecinquecento metri. Volata lunga, vinta ancora da Cavendish (successo numero 101 in carriera, il 4° in questo Giro) capace di trionfare nonostante abbia dovuto partire ai -300, mentre si trovava intorno alla 5°-6° posizione. Impressionante prova di forza, Nizzolo e Mezgec (arrivati a podio con lui) non hanno potuto far altro che recitare il ruolo di comparse. Tra i velocisti staccati durante la tappa figurano Goss, Modolo e Gavazzi.

14° tappa

Tappa totalmente cambiata causa maltempo, con il Sestriere annullato (certo che potrebbero anche prevedere un percorso alternativo in questi casi, la tappa di oggi è stata penosa, al netto del caos della Rai). Ritirati Battaglin e Vanotti a causa di una caduta, probabilmente dopo aver centrato in pieno uno spartitraffico. Non dovrebbe essere niente di particolarmente grave, botta al costato per il primo, con qualche frattura ad alcune costole e sospetta frattura della clavicola per il secondo. La Rai ha trasmesso solo gli ultimi 400 metri, in quanto non è stato permesso al suo elicottero di trasmettere in diretta, divieto giunto dalle autorità. La fuga non ha avuto scampo: Trentin si è staccato a causa di una foratura, ma era già in difficoltà. Pietropolli ha faticato sull'ultima salita, venendo seminato da Paolini e Colbrelli, dopo ripetuti tentativi di rimanere agganciato. Gli altri due sono stati gli ultimi ad essere ripresi dal gruppo della Maglia Rosa. Nibali è scattato all'ultimo chilometro ed i soli Santambrogio, Betancur ed Evans hanno saputo rispondere. Nel finale Nibali e Santambrogio hanno fatto la differenza anche sugli altri due, con Betancur a chiudere ancora una volta sul podio di tappa, a nove secondi dai due italiani. Vince il secondo, con Nibali che raddoppia il suo vantaggio su Cadel Evans nella generale, grazie anche all'abbuono. Cadel arriva a 33 secondi, appena 3 secondi dopo Uran. Male Scarponi, a 1'.28'', visibilmente infreddolito al traguardo. Gesink crolla, beccandosi più di 4 minuti. Santambrogio sale al 4° posto della generale.

15° tappa

Alla fine si è riusciti a disputare il Mont Cenis e parte del Galibier, fermandoci 4 km prima del punto designato in origine. La tappa si è animata fin dal GPM del Mont Cenis, con lo scatto di Pirazzi in ottica maglia azzurra (quella degli scalatori) e la successiva azione di Weening, arrivato a guadagnare 20-30 secondi sugli inseguitori (tra cui figurano Rabottini e Visconti, particolarmente attivi). Il gruppo ha lasciato fare, facendo guadagnare agli uomini in fuga fino a 5 minuti, salvo poi spingere fino all'inizio del Télégraphe, dimezzando il ritardo. Sulla salita di seconda categoria ha fatto al differenza Visconti, andando a guadagnare una quarantina di secondi su Pirazzi, Weening e Rabottini, gestendosi alla perfezione, senza rispondere agli scatti. Si muove anche il gruppo maglia rosa, con l'azione di Gesink, Egoi Martinez, Henao, Kiserlovski e Di luca (oltre ad altri due corridori) che però verranno riassorbiti dai big sulle prime rampe del Galibier. Davanti continua la grande azione di Visconti, che si conclude con una vittoria di tappa tutta cuore e fatica, con 42 secondi di vantaggio sul terzetto Betancur-Niemiec-Majka, scattato negli ultimi chilometri di salita, soprattutto per la lotta per la maglia bianca tra il primo e il terzo, con Betancur avanti di 5 secondi, grazie agli abbuoni odierni. Big che arrivano tutti insieme a meno di un minuto di ritardo da Visconti, quindi ad una decina di secondi dal terzetto citato in precedenza. Nibali ha controllato i tentativi di Scarponi (vabbè, più o meno) e Cadel Evans e nessuno di loro ha preso abbuoni. Quindi, altra giornata favorevole al corridore dell'Astana che continua ad avere in mano il Giro. Peccato per Rabottini, ripreso a meno di un chilometro dal traguardo dal gruppo, insieme a Kelderman, scattato in precedenza, sempre sul Galibier. Domani riposo.

16° tappa

Tappa molto vivace, grazie soprattutto alla salita di Andrate, di terza categoria ma molto dura, con pendenze anche del 15% e con l'aggiunta di una discesa tecnica nella prima parte. Fuga corposa, con ben 22 uomini; tuttavia, non c'era accordo tra di loro, dato che molti non tiravano. Il gruppo non ha lasciato spazio, riducendo ben presto i 5 minuti iniziali di svantaggio, nonostante l'assenza di uomini pericolosi per la generale. Dopo una serie di scatti e controscatti, Sella, Pate e Kelderman si sono sganciati dalla fuga, raggiunti successivamente da Bole, Herrada Lopez, Pirazzi, Verdugo e Navardauskas, mentre gli altri 14 si sono fatti riassorbire dal gruppo. La salita di Andrate ha creato scompiglio, con il gruppo della maglia rosa che ha ripreso tutti i fuggitivi ed ha visto lo scatto di uno spregiudicato Betancour in prossimità del GPM, per poi insistere in discesa insieme a Samuel Sanchez. Nibali non ha lasciato spazio e nel giro di poche curve ha divorato il distacco dalla coppia di testa, dipingendo quel tratto in discesa con classe cristallina. Tutti i migliori si sono poi ricompattati in discesa, tranne Santambrogio, staccato in salita ed arrivato ad oltre due minuti di ritardo dal gruppo dei migliori, precipitando al 6° posto della generale. Per lui c'era l'incognita della preparazione, visto che è da gennaio che si trova in ottime condizioni, quindi un calo nella terza settimana del Giro è comprensibile. Finale molto bello, con diversi scatti nel gruppo dei migliori per la vittoria di tappa, tra cui Pellizzotti e Scarponi. Alla fine Intxausti vince, davanti a Kangert (che aveva dettato un passo molto alto sulla salita di Andrate) e Niemec (gli uomini di fatica più importanti rispettivamente di Nibali, insieme ad Agnoli, e Scarponi, anche se il secondo è ben messo anche nella generale) grazie al margine di una decina di secondi preso da questo terzetto sugli altri. Molto bravi Navardauskas e Herrada Lopez, che sono arrivati insieme al gruppo della maglia rosa, nonostante la fuga. Sfortunato Gesink, che ha forato proprio negli ultimi chilometri, perdendo diversi secondi a causa di questo inconveniente.

17° tappa

Poteva essere una tappa adatta ai velocista, ma il GPM di 4° categoria di Crosara ha sentenziato in maniera differente, complice un gruppo che ha tirato a tutta fin dall'inizio della salita per mettere in difficoltà i velocisti, Cavendish in testa. Oltretutto c'è stato un errore tattico da parte dei velocisti stessi, che hanno provato a tener duro, finendo per pagare doppiamente, andando fuori giri. Ovviamente sono arrivati con 1-2 minuti di ritardo dal gruppo dei migliori ristretto a 20-30 unità, giusto per far capire la velocità della fase finale della tappa. Niente da fare neanche per la fuga da lontano, composta stavolta da Belkov, Dockx, Durbridge e Rubiano, ripresi uno a uno. Il primo si è rialzato ancora prima della salita, avendo capito che non c'era possibilità di riuscita nella fuga. Dockx e Durbridge hanno gettato la spugna all'inizio della salita, mentre Rubiano ha resistito fin sul GPM, venendo riassorbito dal gruppo nella discesa successiva. Tappa a Visconti, autore di un'altra grande azione dopo il capolavoro nella tappa del Galibier. E' scattato durante la salita, andando a riprendere Rubiano e Di Luca, che aveva attaccato in precedenza con un'azione di squadra con Pronti. Successivamente ha insistito nel suo attacco, piegando entrambi i rivali. Prima è toccato a Di Luca, poi a Rubiano, crollato negli ultimi 500-600 metri di salita (ha perso 16 secondi). A questo punto, è riuscito a mantenere i 32 secondi di vantaggio in discesa e nel tratto finale in pianura, vincendo con una ventina di secondi, complice la mancata collaborazione da parte del gruppo. Navardauskas e Mezgec completano il podio di tappa. Sfortunato Betancur che ha forato negli ultimi chilometri, ma non ha perso niente grazie alla neutralizzazione. Nessun cambiamento nella generale.

18° tappa

Nella cronoscalata di Polsa, prova ciclopica di Nibali, capace di vincere la tappa con enorme vantaggio e di ipotecare la maglia rosa, visto che il suo vantaggio su Cadel Evans (ed Uran) salire oltre i 4 minuti. Sul podio di tappa Samuel Sanchez (staccato di 58 secondi da Nibali!) e il sorprendente Damiano Caruso, ad una ventina di secondi dallo spagnolo.

Per quanto riguarda gli uomini di classifica:

A parte Nibali, il migliore è stato Scarponi, 4° sul traguardo ad 1'.21'' dal vincitore. Ottimo nella prima parte, quando aveva addirittura il secondo miglior intertempo. Nella seconda, invece, è un po' calato, data una non perfetta gestione delle sue energie. Subito dietro di lui si sono piazzati Majka (a 4 secondi da Scarponi) Uran (a 5 secondi da Scarponi) e Betancur (a 11 secondi da Scarponi). Il polacco, nonostante qualche difficoltà negli ultimi km, si è ripreso la maglia bianca (salendo al 6° posto della generale) per due secondi sul colombiano, anche lui in calo nel finale. Uran, al contrario, è andato pianissimo nella prima parte, tanto da ritrovarsi a 48 secondi da Scarponi nell'intertempo, salvo metterci una pezza e recuperare tutto nella seconda parte, perdendo soltanto pochi secondi.

Resiste il compagno di squadra di Scarponi (e 5° nella generale) Niemec, che chiude a 35 secondi da Michele. Anche per lui difficoltà nella seconda parte.

Crollano Santambrogio ed Evans. Il primo giunge sul traguardo ad 1'.12'' da Scarponi, precipitando all'ottavo posto nella generale. Un Cadel sempre combattivo (ma stavolta senza gamba) fa peggio di tre secondi, giungendo a 2'.36'' da Nibali. Sfumano così le possibilità di vittoria del Giro ed ora dovrà stare attento al secondo posto, visto che Uran si è portato a soli dieci secondi.

Bene Clement, Cataldo e Di Luca, nella top10 di tappa.

19° tappa

Niente da fare, tappa annullata causa maltempo. Oltre alle condizioni veramente complicate dello Stelvio e soprattutto del Gavia, il maltempo ha contribuito ulteriormente, in virtù di una nevicata importante nella notte. Conseguentemente, tutte le strade sono impraticabili ed anche il piano B è saltato, dato che la neve ha colpito anche il Tonale. Inevitabile la cancellazione, con a forte rischo anche l'arrivo sulle Tre cime di Lavaredo per domani, visto che è prevista neve su tutti i passi.

Intanto, caso di doping: il 29 Aprile (quindi una manciata di giorni prima del via al Giro) è stato trovato positivo all'Epo il corridore Di Luca, già squalificato una volta, in passato.

Il ds della Vini Fantini, Luca Scinto, ha commentato così: “Di Luca è un idiota, non l'ho mai voluto. E' malato, ha bisogno di essere aiutato”.

Sulla prima parte, beh, è vero, dato che il suo ingaggio aveva portato diverse discussioni, visto che i tecnici non erano convinti, anche se alla fine hanno ceduto agli sponsor del corridore (l'accordo è stato formalizzato il 26 Aprile, quindi Di Luca si è dopato 3 giorni dopo).

Sono d'accordo anche sulla seconda frase. Alla fine Di Luca era già stato squalificato una volta, a causa del doping di terza generazione, ovvero il CERA. Ha 37 anni e la possibilità di concludere almeno decorosamente la sua carriera. E rovina il tutto con l'EPO, che ormai viene individuato facilmente dalla analisi. Voglio dire, si tratta di stupidità unita a dipendenza, non più di tentativo di fare il furbo, siamo ad un livello diverso.

Ora si prenderà una squalifica a vita che non gli farà perdere nulla. In questi casi credo che bisognerebbe vietare a gente del genere di poter assumere qualsiasi tipo di ruolo tecnico in seno alle squadre e nelle strutture giovanili.

20° tappa

Dopo il giorno di riposo forzato e il cambiamento del percorso della tappa, arriva il secondo capolavoro consecutivo di Nibali, il sigillo definitivo del Giro perfetto. Dominio assoluto sull'ascesa finale delle Tre Cime di Lavaredo. Dopo il primo scatto hanno resistito solo gli ottimi Uran e Betancur (quest'ultimo autore di uno sforzo supplementare importante sul passo tre Croci per recuperare il minuto perso a causa di una sfortunata foratura) ma già al secondo ha lasciato tutti dietro, vincendo con quasi 20 secondi di vantaggio sui diretti inseguitori. I due colombiani sono stati preceduti dall'ottimo connazionale Duarte, ma possono comunque festeggiare: il corridore del team Sky ha conquistato il secondo posto nella generale, mentre Betancur si è ripreso, definitivamente, la maglia bianca di miglior giovane. Bravissimo anche Aru, 5° a 44 secondi dal capitano. Un nome da annotare per il futuro. In generale, dominio di Colombia ed Italia nelle prime nove posizioni. Majka chiude decimo, ad una quarantina di secondi dal rivale per la maglia bianca. Ancora più indietro Scarponi e Cadel Evans: il primo non è mai stato in partita per le posizioni che contavano, senza riuscire a giocarsi il podio della generale. Il secondo, ancora una volta, ha corso con orgoglio, rimontando il duo colombiano, cedendo definitivamente all'ultimo chilometro, ma senza mai spezzarsi, nonostante l'età. E' comunque riuscito a conservare il podio nella generale, risultato inatteso alla vigilia, visto che, sulla carta, il Giro doveva essere un allenamento in previsione del Tour. Menzione d'onore anche per i vari fuggitivi di giornata: Popovych, Hansen e Ermeti hanno preso parte alla fuga iniziale,venendo staccati a 20 km dal traguardo dal quarto uomo, Brutt, il quale è riuscito a resistere fino all'inizio della salita finale. Weening, Capecchi e Brambilla, dopo esser scattati sulla discesa del passo Tre Croci (il primo in salita) sono stati ripresi sulla salita delle Tre Cime. Menzione particolare per Capecchi, ultimo a cedere, mentre Brambilla ha sbagliato a coprirsi, patendo il freddo. Azioni estemporanee anche da parte di Atapuma e Pirazzi, quest'ultimo per onorare la maglia azzurra di miglior scalatore conquistata matematicamente già prima di questa tappa. Domani passerella finale.

21° tappa

Tappa tranquilla, basata su pizza e spumante, per festeggiare i vari vincitori di questo giro, Nibali in testa. Omaggiato Stefano Garzelli, all'ultima corsa della sua carriera, lasciato passare per primo sul traguardo di Brescia (si trattava di un circuito da fare 7 volte). Tappa vinta ancora da Cavendish (5° successo in questo giro) che conquista la maglia rossa. Sacha Modolo e Viviani completano il podio di giornata, 7 italiani nei primi 10.
 
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- Zio -
view post Posted on 2/6/2013, 16:44     +1   -1




Considerazioni finali

Vittoria meritata di Nibali, autentico dominatore di questo giro. Si è dimostrato il migliore in tutte le condizioni, vincendo due tappe (montagna e cronometro) e lasciando le briciole agli avversari. Ora si trova nell'età della maturazione, dopo la Vuelta e questo Giro può e deve puntare al Tour in ottica 2014. Le possibilità di giocarsela con Froome e Contador ci sono.

Ottimo lavoro da parte dell'Italia della Colombia, che hanno sfornato diversi corridori interessanti, da Aru a Pantano, gente che si farà un nome in futuro. Da sottolineare anche la consacrazione ad alti livelli di Rigoberto Uran. Partito come scudiero di Wiggins, si è preso i gradi di capitano sulla pista, centrando un podio di valore assoluto.

Bella prova anche da parte di Majka e Betancur, in lotta per la maglia bianca fino all'ultima tappa. In particolare, splendido il giro del colombiano, per spregiudicatezza e combattività in ogni tappa, come dimostrano i vari piazzamenti.
Scarponi così così ha sofferto un po' il freddo ed in montagna, generalmente, si è dovuto maggiormente difendere più che attaccare.

Grande giro per Niemiec, splendido sesto a meno di un minuto dal suo capitano. Gran prova anche per Kangert, che è rimasto nella top15 della generale.

Bravisso anche Damiano Caruso, piazzato in alcune tappe (tra cui la cronoscalata) e nei venti della generale, nonostante non si fosse preparato per il Giro.

Wiggins esce dal Giro con le ossa rotte, soprattutto a livello mentale. Ingiudicabile Hesjedal, che comunque prima della crono era ben messo in classifica.

Santambrogio fantastico fino a quando la forma fisica ha tenuto. Però era da gennaio che stava andando a mille,a posteriori avrebbe lavorato maggiormente per il Giro, così da poter lottare per il podio fino alla fine.

Bravo Evans, che riesce a centrare il podio nonostante l'età. E dire che all'inizio si pensava che fosse venuto qui solo per preparare il Tour.

Gesink continua dimostrare di non riuscire a tenere le tre settimane, calando vistosamente alla fine. Tuttavia anche lui è venuto qui più per preparare il Giro, teoricamente.

Visconti esce dal suo momento di depressione con due grandi vittorie, a completamento dell'ottavo posto di Intxausti e delle 4 tappe vinte in totale dalla sua squadra. Giro positivo sia per lui che per la Movistar.

Pozzovivo è mancato nell'ultima settimana, Henao fuori fase, Hondo, Cobo ed altri corridori che potevano dire la loro anche solo per una vittoria di tappa non si sono mai visti, così come Pozzato.

Navardauskas un leone, Sanchez è uscito subito di classifica ed ha provato a conquistare la cronoscalata, ma contro si è trovato un superNibali. Pirazzi caparbio, premiato dalla maglia azzurra.

Bravo Cavendish a dimostrare la sua enorme superiorità vincendo in tutte le condizioni. Viviani deve ancora capire un po' come funzionano le volate, tende ancora a perdersi negli ultimi chilometri. Non male Bouhanni.

Più o meno dovrei aver detto tutto.
 
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- Zio -
view post Posted on 13/7/2013, 01:02     +1   -1




Froome ha in mano il Tour, ma oggi si è preso un bello schiaffone.
 
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33 replies since 29/10/2012, 10:34   123 views
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