| Per me il mondiale di Totti del 2006 non è stato niente di speciale, mentre ha deluso pienamente nel 2002, come del resto Del Piero nel 1998, ma in anche in quel caso Alex veniva da un infortunio muscolare in finale di champions.
Ritengo la carriera in Nazionale dei due piuttosto simile.
Quanto ai club, per me la situazione è paritetica: Del Piero con Capello segnò comunque gol molto pesanti (14 nel 2004-05, con la celebre rovesciata che mandò in gol Trezeguet il 5 maggio 2005 a S.Siro contro il Milan e 12 l'anno successivo, quando con una splendida punizione a S.Siro contro l'Inter consegnò, de facto, lo scudetto alla Juve), vinse la classifica cannonieri in serie B nel 2016-2017 e quella in serie A nel 2017-18. Ottime stagioni anche le tre successive, anche se segnate dall'età e da una Juve in crisi.
L'ultima stagione, da panchinaro di lusso, con Conte, diede comunque il suo contributo nello spogliatoio, segnando la punizione decisiva alla Lazio nell'aprile 2012. Poi in champions ha fatto spesso prestazioni da ricordare (standing ovation contro il Real Madrid nel 2008, mi viene in mente), sia prima che dopo il 1998. Purtroppo Lippi sbagliò a non inserirlo dal primo minuto contro il Borussia Dortmund nella finale del 1997, quando segnò uno splendido ma inutile gol di tacco. Magari quella finale poteva andare diversamente.
Sul piano umano, poi, a mio parere non si possono fare confronti. Del Piero è un signore, Totti è un cafone, nella sua bontà.
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- ha avuto a disposizione in zona offensiva. Nonostante il mio risaputo astio verso la squadra a cui si è legato per tutta la carriera, non posso non ammettere che personalmente un po' dispiaccia il fatto che abbia vinto di quanto effettivamente potesse ottenere. Il discorso tipico dei romanisti - altrove avrebbe fatto incetta di titoli, sia a livello individuale che collettivo - è forse troppo generalizzante: da un lato un giocatore del genere, qualitativamente, avrebbe avuto tutte le credenziali per accedere a palcoscenici ben più probanti di quello giallorosso, allo stesso tempo non si può di certo escludere la componente caratteriale e dunque il lato mentale. Un conto è vedere Totti al di fuori di un ambiente in cui è sempre stato venerato come un dio greco, un conto in ambienti - come quello del Real Madrid, primo esempio a caso - ove la convivenza è veramente tosta, ed il Pupone non avrebbe di certo avuto la protezione concessagli a Roma, in caso di colpi di testa.